Moto perpetuo: il progetto.
La
mostra End
of an era,
inaugurata simbolicamente il 21
dicembre 2012,
ha segnato per Mario Vespasiani la nuova direzione di un fare arte
che si trasforma nella cifra espressiva come nelle modalità
espositive, secondo il giovane autore l'arte contemporanea per come
l'abbiamo conosciuta, da Duchamp fino ad oggi, ha completato il suo
ciclo e col 21-12-12 egli avvia un nuovo corso che ha nel lato
narrativo, nella capacità di raccontare storie, l'aspetto principale
di aderenza col reale.
Con Moto perpetuo un volume di 160 pagine, Vespasiani non documenta una mostra, bensì traccia un segno di responsabilità attiva, nel quale veste la figura del pioniere, come di colui che accoglie l'autorità dell'altro. Al libro hanno collaborato con significative testimonianze filosofi, scrittori e poeti, chiamati a riflettere sulla tematica del viaggio e dello stupore della scoperta, attraverso il dono di sé. Come un diario che annota luoghi e pensieri, Moto perpetuo è un'esperienza ai confini della pittura, dove colori e geometrie hanno dato forma ad uno scenario complesso, fatto di novanta immagini, che ha nell'energia originaria, prima della forma riconoscibile, la modalità con cui osservare il mondo.
Vespasiani crede che in un simile momento storico, sia sempre più urgente la diffusione di un messaggio concreto e in tempo reale, non successivo o limitato, come può essere il periodo di organizzazione e durata di una esposizione. Alle regole del mercato, alla sovraesposizione che spesso toglie la profondità al contenuto dell'opera, Mario ha risposto unendo intorno a sé studiosi apparentemente distanti dalla pratica artistica, per affrontare un racconto comune che si svolge, intervallato dalle immagini di dipinti, installazioni e fotografie, dalla prima all'ultima pagina. In questo gesto, l'autore ritirandosi si mette in prima linea; così l'insieme di opere amplifica il significato che prende forma nel libro, il quale diventa uno strumento pratico per superare e riconoscere luoghi inaccessibili.
Partendo dal fatto che nella creazione artistica né la mente né il corpo risiedono in un'area delimitata, ma in un campo aperto e non circoscrivibile, Vespasiani passo dopo passo ricostruisce mappe geografiche e strumenti di orientamento facendo riferimento ad una sensibilità spirituale che ne guida la visione. Vespasiani ha voluto dedicare questo progetto all'associazione Avis, a cui andrà il ricavato della vendita, in quanto il flusso che unisce tutti questi territori è sconosciuto e gratuito, semplice e al tempo stesso epico, proprio come lo sono gli ideali dell'associazione.
Con Moto perpetuo un volume di 160 pagine, Vespasiani non documenta una mostra, bensì traccia un segno di responsabilità attiva, nel quale veste la figura del pioniere, come di colui che accoglie l'autorità dell'altro. Al libro hanno collaborato con significative testimonianze filosofi, scrittori e poeti, chiamati a riflettere sulla tematica del viaggio e dello stupore della scoperta, attraverso il dono di sé. Come un diario che annota luoghi e pensieri, Moto perpetuo è un'esperienza ai confini della pittura, dove colori e geometrie hanno dato forma ad uno scenario complesso, fatto di novanta immagini, che ha nell'energia originaria, prima della forma riconoscibile, la modalità con cui osservare il mondo.
Vespasiani crede che in un simile momento storico, sia sempre più urgente la diffusione di un messaggio concreto e in tempo reale, non successivo o limitato, come può essere il periodo di organizzazione e durata di una esposizione. Alle regole del mercato, alla sovraesposizione che spesso toglie la profondità al contenuto dell'opera, Mario ha risposto unendo intorno a sé studiosi apparentemente distanti dalla pratica artistica, per affrontare un racconto comune che si svolge, intervallato dalle immagini di dipinti, installazioni e fotografie, dalla prima all'ultima pagina. In questo gesto, l'autore ritirandosi si mette in prima linea; così l'insieme di opere amplifica il significato che prende forma nel libro, il quale diventa uno strumento pratico per superare e riconoscere luoghi inaccessibili.
Partendo dal fatto che nella creazione artistica né la mente né il corpo risiedono in un'area delimitata, ma in un campo aperto e non circoscrivibile, Vespasiani passo dopo passo ricostruisce mappe geografiche e strumenti di orientamento facendo riferimento ad una sensibilità spirituale che ne guida la visione. Vespasiani ha voluto dedicare questo progetto all'associazione Avis, a cui andrà il ricavato della vendita, in quanto il flusso che unisce tutti questi territori è sconosciuto e gratuito, semplice e al tempo stesso epico, proprio come lo sono gli ideali dell'associazione.
